Il regista

Daniel Rosenfeld (Buenos Aires, 1973) è un regista e produttore argentino, premiato e riconosciuto a livello internazionale: i suoi film hanno partecipato a grandi Festival come Berlino, Venezia, San Sebastian e Karlovy Vary.

Prima di dedicarsi al cinema il suo sogno era diventare compositore e pianista, da qui la musica ha sempre costituito un valore determinante nel suo lavoro.

Esordisce infatti con il documentario: “Saluzzi, ensayo para bandoneón y tres hermanos” (“Saluzzi, composizione per bandoneon e tre fratelli”, 2000), dove racconta il processo creativo del musicista Dino Saluzzi, compositore di grandi colonne sonore come “Nouvelle Vague” di Jean Luc Godard e “Tutto su mia madre” di Pedro Almodóvar.

Con il suo secondo lungometraggio “La quimera de los héroes” (“La chimera degli Eroi”, 2003), coprodotto dalla Zentropa di Lars Von Trier, riceve due premi alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film, di forte impronta sociale, mescola strutture narrative di finzione e documentario, attraverso la storia di un ex-rugbista argentino con ideologie estreme e fasciste che cerca la sua redenzione insegnando il proprio sport in una comunità di indios.

Il suo terzo film, “Cornelia frente al espejo” (“Cornelia allo specchio”, 2012), è tratto dal romanzo di Silvina Ocampo, la grande scrittrice argentina ammirata da Borges e Italo Calvino. Presentato all’IDFA di Rotterdam, dopo aver vinto il premio di post produzione della Hubert Bals Foundation, ha ricevuto cinque nomination ai National Film Awards 2013 dell’Accademia del Cine Argentino.

Con “Al centro de la tierra” (“Al centro della terra”, 2015), Rosenfeld in collaborazione del direttore di fotografia Ramiro Civita, esplora di nuovo i limiti della finzione e il documentario attraverso la figura di un ricercatore di Ufo. Il film è stato premiato al Festival BAFICI di Buenos Aires e al FID Marseille.

“Piazzolla, los años del tiburón” (“Piazzolla, la rivoluzione del tango”, 2018), distribuito in Italia da Exit Media, è il suo quinto lungometraggio, in cui torna ai suoi temi più cari, la musica, la memoria storica, i limiti della rappresentazione della realtà, raccontando uno dei più grandi geni della musica del XX secolo.

Laureato in Mass Media, Daniel Rosenfeld ha studiato montaggio con Miguel Pérez, scenografia con Augusto Fernandes, recitazione con Julio Chávez, e ha seguito seminari con Krysztof Kieslowsky, Stephen Frears, Jorge Goldenberg, Lita Stantic, Ken Adam, Alessandro Baricco, Antonhy Mingella e Abbas Kiarostami.

Ha lavorato a diversi lungometraggi come assistente alla regia di Alejandro Agresti (“Buenos Aires Viceversa”, “El viento se llevó lo qué”), e con Sebastian Borenztein e Pablo Fisherman come coordinatore di post-produzione.

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www.danielrosenfeld.com